Recensione in Italiano ed Inglese

The "non-game" almost masterpiece.
I have read everything about this work. An FPS, a Horror. A Puzzle game...
It is a very successful adaptation, in my opinion, of the universe often depicted in the works of the Swiss artist H.R. Giger (1940-2014). The same artist known to most for producing artworks and conceptual designs for films like Alien, or for the work Necronomicon inspired by the most famous one by H.P. Lovecraft.
The same one who, for the more attentive, influenced the creation of the 1993 game DOOM.
A journey into an alien universe, with hierarchical rules and patterns somewhat similar to ours but at the same time distant. The scenes, gruesome to us, represent the norm of a society in evident decline. Where social, hierarchical, and religious structures are the only ones to have survived, even their creators.
A universe whose reversed counterpart, in our quantum, could be found in the Cypriot artist naturalized Australian Stelarc. For Giger, life is viewed as a biological machine and biology as extreme functional technology, for the latter the union of biology and technology aims at achieving human perfection given its current inefficient condition.
Two apparently opposing visions but showing the same vulnerability: Thought.
So, almost a masterpiece. Without taking anything away from the skills of the EBB software team, the concept artist Filip Acovic, or the Lead 3D Artists and Environment Millicevic and Stojanovic, if the direct involvement or supervision of the inspiring artists Giger or the Polish Beksinski (1929-2005 for landscapes) had been possible, this gaming experience would have turned into a visual work within the artistic thought of the aforementioned.
When approaching this work, do yourselves/us a favor; don't call it a Game!

Graphically it offers impressive views. Sometimes the mist enveloping the landscapes leaves just enough room for imagination. There have been many times when I found myself pausing to admire the architectural and landscape details in their desolate beauty.

Perhaps I could have done without the weapons.

Italiano

Il "gioco non gioco" quasi capolavoro.
Ho letto di tutto riguardo questo lavoro. Un FPS, un Horror. Un Puzzle game...
E'una trasposizione, a mio avviso riuscitissima, dell'universo più volte narrato nelle sue rappresentazioni dall'Artista svizzero H.R. Giger (1940-2014). Lo stesso artista noto ai più per aver prodotto opere d'arte e disegni concettuali per film come Alien. Oppure per l'opera Necronomicon ispirata alla più nota di H.P. Lovercraft.
Lo stesso che, per i più attenti, influenzò la creazione del gioco DOOM del 1993.
Un viaggio in un universo a noi alieno, con regole gerarchiche e schemi assimilabili ai nostri per certi versi ma nel contempo distanti. Le scene, per noi raccapriccianti, rappresentano la normalità di una società in declino evidente. In cui gli schemi sociali, gerarchici e religiosi sono gli unici ad essere sopravvissuti, anche ai loro creatori.
Un universo il cui corrispettivo rovesciato, nel nostro quantum, lo potremmo ritrovare nell'artista cipriota naturalizzato australiano Stelarc. Per Giger la visione della vita intesa come macchina biologica e biologia come tecnologia funzionale estrema, per l'altro l'unione di biologia e tecnologia tesa al raggiungimento del perfezionamento umano data la sua attuale condizione inefficiente.
Due visoni apparentemente opposte ma che mostrano la stessa vulnerabilità. Il pensiero.
Quindi, quasi un capolavoro. Senza nulla togliere alla bravura dei ragazzi della EBB software del concept artist Filip Acovic o dei Lead 3d Artist ed Enviroment Millicevic e Stojanovic se fosse stato possibile l'inserimento diretto o la supervisione degli artisti ispiratori Grieg o il polacco Beksinski (1929-2005 per i paesaggi ) avrebbe assicurato che quest'esperienza videoludica si tramutasse in un opera visuale all'interno del pensiero artistico dei suddetti.
Quando vi avvicinerete a quest'opera, fateVi/ci il favore; non chiamatela Gioco!

Graficamente offre scorci impressionanti. A volte la foschia che avvolge i paesaggi lascia il giusto spazio alla fantasia. Sono state molte le volte che mi sono ritrovato a soffermarmi per ammirare i dettagli architettonici e paesaggistici nella loro desolante beltà.

Forse delle armi ne avrei fatto a meno.

Recensione in Italiano ed Inglese The "non-game" almost masterpiece. I have read everything about this work. An FPS, a Horror. A Puzzle game... It is a very successful adaptation, in my opinion, of the universe often depicted in the works of the Swiss artist H.R. Giger (1940-2014). The same artist known to most for producing artworks and conceptual designs for films like Alien, or for the work Necronomicon inspired by the most famous one by H.P. Lovecraft. The same one who, for the more attentive, influenced the creation of the 1993 game DOOM. A journey into an alien universe, with hierarchical rules and patterns somewhat similar to ours but at the same time distant. The scenes, gruesome to us, represent the norm of a society in evident decline. Where social, hierarchical, and religious structures are the only ones to have survived, even their creators. A universe whose reversed counterpart, in our quantum, could be found in the Cypriot artist naturalized Australian Stelarc. For Giger, life is viewed as a biological machine and biology as extreme functional technology, for the latter the union of biology and technology aims at achieving human perfection given its current inefficient condition. Two apparently opposing visions but showing the same vulnerability: Thought. So, almost a masterpiece. Without taking anything away from the skills of the EBB software team, the concept artist Filip Acovic, or the Lead 3D Artists and Environment Millicevic and Stojanovic, if the direct involvement or supervision of the inspiring artists Giger or the Polish Beksinski (1929-2005 for landscapes) had been possible, this gaming experience would have turned into a visual work within the artistic thought of the aforementioned. When approaching this work, do yourselves/us a favor; don't call it a Game! Graphically it offers impressive views. Sometimes the mist enveloping the landscapes leaves just enough room for imagination. There have been many times when I found myself pausing to admire the architectural and landscape details in their desolate beauty. Perhaps I could have done without the weapons. Italiano Il "gioco non gioco" quasi capolavoro. Ho letto di tutto riguardo questo lavoro. Un FPS, un Horror. Un Puzzle game... E'una trasposizione, a mio avviso riuscitissima, dell'universo più volte narrato nelle sue rappresentazioni dall'Artista svizzero H.R. Giger (1940-2014). Lo stesso artista noto ai più per aver prodotto opere d'arte e disegni concettuali per film come Alien. Oppure per l'opera Necronomicon ispirata alla più nota di H.P. Lovercraft. Lo stesso che, per i più attenti, influenzò la creazione del gioco DOOM del 1993. Un viaggio in un universo a noi alieno, con regole gerarchiche e schemi assimilabili ai nostri per certi versi ma nel contempo distanti. Le scene, per noi raccapriccianti, rappresentano la normalità di una società in declino evidente. In cui gli schemi sociali, gerarchici e religiosi sono gli unici ad essere sopravvissuti, anche ai loro creatori. Un universo il cui corrispettivo rovesciato, nel nostro quantum, lo potremmo ritrovare nell'artista cipriota naturalizzato australiano Stelarc. Per Giger la visione della vita intesa come macchina biologica e biologia come tecnologia funzionale estrema, per l'altro l'unione di biologia e tecnologia tesa al raggiungimento del perfezionamento umano data la sua attuale condizione inefficiente. Due visoni apparentemente opposte ma che mostrano la stessa vulnerabilità. Il pensiero. Quindi, quasi un capolavoro. Senza nulla togliere alla bravura dei ragazzi della EBB software del concept artist Filip Acovic o dei Lead 3d Artist ed Enviroment Millicevic e Stojanovic se fosse stato possibile l'inserimento diretto o la supervisione degli artisti ispiratori Grieg o il polacco Beksinski (1929-2005 per i paesaggi ) avrebbe assicurato che quest'esperienza videoludica si tramutasse in un opera visuale all'interno del pensiero artistico dei suddetti. Quando vi avvicinerete a quest'opera, fateVi/ci il favore; non chiamatela Gioco! Graficamente offre scorci impressionanti. A volte la foschia che avvolge i paesaggi lascia il giusto spazio alla fantasia. Sono state molte le volte che mi sono ritrovato a soffermarmi per ammirare i dettagli architettonici e paesaggistici nella loro desolante beltà. Forse delle armi ne avrei fatto a meno.