Bully è un action-adventure sviluppato da Rockstar Vancouver e pubblicato da Rockstar Games nel 2006.

Quello che abbiamo tra le mani è un titolo che si distacca dagli scenari “criminali” tipici della casa di sviluppo, mettendo il giocatore nei panni di uno studente ribelle alle prese con le dinamiche scolastiche adolescenziali dell’istituto “Bullworth Academy”.

Dalle prime missioni, emerge chiaramente l'intento degli sviluppatori di offrire una satira sociale dell'America e del suo sistema educativo. La trama, i personaggi e l'ambientazione scolastica sono costruiti con la tipica ironia di Rockstar, creando un'esperienza unica che mescola la vita studentesca a un mondo aperto ricco di attività e situazioni sopra le righe.
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Jimmy Hopkins è un giovane ribelle che, espulso da innumerevoli scuole del paese, viene mandato alla Bullworth Academy, un istituto pieno di bulli, insegnanti corrotti e studenti stereotipati allo stremo.

La trama è suddivisa in capitoli e le quest principali seguono un ritmo veloce e vario, bilanciando momenti di pura comicità a momenti di riflessione sulle dinamiche di potere che Jimmy deve affrontare, sia all'interno della scuola sia nelle aree circostanti della città. La storia, come detto in precedenza, è un concentrato di feroce critica dell'ambiente liceale americano e della società statunitense in generale. Attraverso il vivere quotidiano di Jimmy, il gioco affronta temi come l’autoritarismo e l’oppressione sociale, in un contesto in cui le gerarchie tra studenti rispecchiano quelle di una micro-società. La satira acuta di Rockstar colpisce l’ipocrisia degli adulti e la superficialità dei giovani, utilizzando situazioni assurde per enfatizzare il divario tra i diversi gruppi sociali e scolastici.

Il worldbuilding di Bully rappresenta un microcosmo sociale in cui la ribellione del protagonista è messa alla prova da un contesto corrotto e conformista, che riflette non solo il sistema educativo, ma anche la decadenza morale della società adulta. Questo approccio offre una profondità narrativa e tematica inaspettata, trasformando il percorso di Jimmy in un vero e proprio viaggio dell’eroe tra crescita personale e rivalsa anarchica.
Ogni personaggio, dagli insegnanti agli studenti, ha una propria caratterizzazione ben definita, sia esteticamente sia psicologicamente. Questa emerge attraverso dialoghi vivaci e ironici, che rendono ogni interazione memorabile. Anche se molti di questi personaggi incarnano stereotipi (il nerd, il bullo, il ragazzo straricco) la loro rappresentazione è volutamente esagerata per sostenere la generale satira sociale. La personalità dei personaggi è poi arricchita dalla loro presenza costante nel mondo di gioco, con routine giornaliere che rafforzano l’immersione e danno vera vita all’ambiente scolastico.
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Bully mescola efficacemente elementi di simulazione della vita scolastica con l’action-avventura, creando un'esperienza di gioco che si distingue nel panorama dei titoli Rockstar. Il protagonista, Jimmy, non solo deve affrontare bulli e insegnanti, ma deve anche partecipare attivamente alla vita scolastica, frequentando lezioni e guadagnandosi denaro tramite lavoretti. Ogni attività è strutturata in minigiochi variegati che sono un mix di giochi ritmici e rebus. Inoltre, frequentare le lezioni in aula di chimica, arte, fotografia, musica o ginnastica permette di sbloccare nuove abilità e oggetti utili.

Un aspetto interessante del titolo poi, è il modo in cui integra meccaniche di gioco tratte da titoli orientali come Shenmue (da cui prende chiara e distintiva ispirazione), soprattutto nel ciclo giorno-notte e nella cura delle routine dei personaggi non giocanti. Il fatto che i personaggi secondari abbiano comportamenti predefiniti e che il mondo di gioco cambi con il passare delle stagioni conferisce una sensazione di realismo e continuità che raramente si trova in prodotti occidentali. Come extra ogni dettaglio del mondo scolastico è curato con precisione: dal cambiamento dei vestiti degli studenti, alle campanelle con relative corse in aula, alle attività sportive nei campi da gioco, il mondo di Bullworth è una rappresentazione sempre dinamica e immersiva.

Anche se la mappa di Bully non è vasta come altre produzioni Rockstar, essa è densa di dettagli e attività, rendendo ogni angolo della Bullworth Academy e della cittadina circostante interessante da esplorare. Le subquest e le missioni minori, pur non avendo sempre un grande impatto sulla trama principale, aggiungono profondità e varietà al gameplay, mantenendo il giocatore costantemente impegnato.

Per concludere ciò che rende davvero unico il gameplay di Bully è l’equilibrio tra la libertà d’azione e le regole imposte dalla vita scolastica. Sebbene il giocatore possa esplorare liberamente Bullworth, deve anche seguire il calendario scolastico, con lezioni da frequentare e coprifuoco da rispettare. Questo limita in parte la libertà di movimento, ma contribuisce a creare una forte immersione nell'esperienza, costringendo il giocatore a gestire il tempo e a bilanciare responsabilità e divertimento, proprio come farebbe uno studente nella vita reale.
Il gioco non presenta una difficoltà particolarmente elevata, ma alcune missioni e lezioni richiedono abilità e ritmo. Le lezioni, pur trattandosi di minigiochi, a volte possono mettere alla prova il giocatore, soprattutto se si desidera ottenere il massimo punteggio da ciascuna sfida. Infine, gli scontri fisici, boss fights comprese, sono immediati e semplici, con un sistema di combattimento che generalmente non rappresenta mai una sfida eccessiva.
La campagna principale si completa in circa 15-20 ore, ma la varietà delle missioni secondarie, delle attività cittadine e delle lezioni da seguire permette di raddoppiare la durata media del titolo, offrendo un’esperienza di gioco che va ben oltre la storia principale.
Visivamente Bully mostra il fascino del suo tempo, ma le tecnologie di rendering e le animazioni risultano datate. Tuttavia, la cura nei dettagli degli ambienti e dei personaggi rimane evidente, restituendo un mondo che, nonostante tutto, conserva una sua particolare bellezza.
Il comparto audio è uno degli aspetti meno convincenti del titolo. La colonna sonora monotona e gli effetti sonori ripetitivi non riescono a dare spessore all'atmosfera di gioco, risultando in un’esperienza piatta e poco coinvolgente. Tuttavia, il voice acting di alta qualità riesce a compensare in parte queste mancanze, offrendo dialoghi ben recitati che donano autenticità ai personaggi.
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Bully rimane un'esperienza affascinante nonostante gli anni, grazie alla sua satira sociale, al gameplay variegato e all'atmosfera unica che riesce a ricreare il mondo scolastico della società americana.

Mafia: Definitive Edition è un action-adventure sviluppato da Hangar 13 e pubblicato da 2K Games nel 2020. Una remastered degna del suo nome, ricostruisce da zero l’amato classico del 2002, mantenendo intatta la trama ma rivoluzionando grafica, audio e gameplay.

Fin dalle prime sequenze, è evidente l’intenzione degli sviluppatori di proporre un'esperienza fortemente cinematografica: la narrazione è episodica, il taglio registico delle scene e la cura dei dettagli evocano atmosfere da film noir.*
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Sono gli anni '30, in piena depressione economica. Tommy Angelo è un semplice tassista. È il turno di notte, un turno difficile a Lost Heaven, ma che permette lauti guadagni. Lontano, il rumore di colpi di pistola squarcia la notte. Due uomini girano l’angolo e gli puntano una pistola alla tempia. Inizia una catena di eventi che cambierà la sua vita per sempre.

La storia di Mafia si sviluppa in capitoli, ognuno dei quali rappresenta un episodio della trasformazione di Tommy, da uomo comune a spietato criminale. Suddividere la trama in episodi funziona alla perfezione, dando al gioco un sapore profondamente cinematografico. Ogni capitolo è un frammento di una serie TV.

I salti temporali tra i capitoli sono frequenti e aggiungono ritmo alla narrazione. Tuttavia, dalla seconda metà della storia in poi, la narrazione accelera, sacrificando il coinvolgimento emotivo. I capitoli si susseguono con una rapidità che non permette di assaporare appieno le dinamiche tra i personaggi e gli eventi chiave.
In contrasto con il ritmo narrativo altalenante, i personaggi principali sono costruiti con grande cura. Tommy, Paulie e Sam sono stilisticamente eccelsi, ognuno con motivazioni e caratteri ben delineati, che emergono attraverso dialoghi incisivi e ben scritti.

Ogni interazione, che sia una discussione tra i membri della “famiglia” o una conversazione tra moglie e marito, riesce a trasmettere tensione e profondità. L’atmosfera malavitosa è palpabile, e la trasformazione di Tommy, il suo lento scivolare e uscire dal mondo del crimine, è credibile e avvincente.
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Il gameplay è strutturato per servire la narrazione. Si tratta di un’esperienza fortemente story-driven, che offre al giocatore un susseguirsi di missioni lineari dove l’azione e i momenti di quiete si alternano in un ritmo ben cadenzato. Le missioni, che spaziano da sparatorie a sessioni stealth e inseguimenti in auto, sono ricche di adrenalina, ma soffrono di una certa ripetitività.

L’open world è più una scenografia che un vero spazio interattivo. Non ci sono missioni secondarie, eventi casuali o sidequest: il giocatore è libero di esplorare la città, ma il mondo appare statico e privo di vita. Questo crea un’illusione di libertà che, alla lunga, evidenzia la mancanza di profondità nel worldbuilding.
La difficoltà del gioco varia a seconda delle impostazioni, con un sistema di guida particolarmente impegnativo se si opta per il realismo. Tuttavia, il combattimento e le fasi di shooting non presentano sfide particolarmente complesse, sebbene le sparatorie siano ben coreografate e abbiano un buon feeling tattico.
Con una campagna che si aggira attorno alle 12-15 ore, il titolo si presenta come un’esperienza relativamente breve per un gioco di questo genere. La durata ridotta è accentuata dall’assenza di contenuti secondari o missioni extra.
Il mondo di Lost Heaven è visivamente affascinante, un ritratto perfetto dell’America degli anni '30, con le sue strade, edifici e veicoli d’epoca. Pur essendo una città fittizia, è splendidamente costruita, con una cura per i dettagli che rende giustizia all'ambientazione di ispirazione storica. Luci, ombre e riflessi contribuiscono a creare un’atmosfera che ricorda i classici polizieschi degli anni d’oro del cinema.

Nota negativa: nonostante il grande lavoro estetico, il gioco soffre di diversi bug grafici, che spaziano da glitch nelle animazioni a problemi di texture. Questi difetti non compromettono gravemente l’esperienza, ma possono distrarre dal senso di immersione.
La colonna sonora è composta da brani orchestrali che esaltano il tono drammatico del gioco, mentre gli effetti sonori, come i rombi dei motori d’epoca o il crepitio delle pistole Tommy, sono realistici e ben integrati.

La recitazione è di altissimo livello, con un sottofondo di autenticità in ogni scena. Il voice acting brilla letteralmente: ogni personaggio è doppiato con una cura che dà vita a dialoghi intensi e memorabili.
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Mafia: Definitive Edition è una buona ricostruzione di un classico videoludico, trasformato in esperienza cinematografica. Nonostante i limiti nel worldbuilding e qualche problema tecnico, il gioco si mantiene solido grazie alla sua storia coinvolgente e ai suoi personaggi memorabili.