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Un meta-gioco molto interessante, riesce sia a divertire che a dare bei brividini. Da non perdere

L'esperienza di Blind Fate: Edo no Yami è frustrante, ma non perché il gioco sia frustrante in sé. Frustrante è vedere e toccare con mano delle idee davvero interessanti, che sarebbero potute essere la base di un ottimo titolo, ma far esperienza pad alla mano di una realizzazione maldestra. Blind Fate: Edo no Yami non riesce a decidere che strada vuole prendere, se quella dell'ingegno o quella dell'abilità. Ci lascia con l'amaro in bocca, con la speranza che le sue ottime intuizioni ed il lodevole comparto artistico rinascano un giorno in una forma più coesa e definita. Blind Fate: Edo no Yami è un genio, ma con un occhio chiuso, che non gli permette di vedere in profondità.

Freud's Bones è un breve ma intenso viaggio all'interno della psicanalisi, e della mente e storia di Sigmund Freud.

Fermarsi a questa definizione però risulterebbe riduttivo, non trattandosi di un'opera unicamente biografica/didattica. Anzi, quello che rende interessante quest'avventura grafica punta e clicca è proprio il mix tra didattica, interazione e meccaniche di gameplay. Da una parte sarà necessario leggere alcuni testi per cercare di analizzare al meglio i pazienti che si presenteranno al nostro studio, dall'altra la semplice meccanica del fare ipotesi e di scegliere la terapia più adeguata si rivela in verità molto coinvolgente.

Dal punto di vista audio-visivo, la qualità è assolutamente soddisfacente: lo stile è coerente con la narrativa ed aiuta ad immergersi nella storia e nei personaggi. Molto carine anche le cutscene ed alcune parti un po' più... allucinate.

Ad un'analisi superficiale Freud's Bones potrebbe sembrare un punta e clicca basato su scelte di poco rilievo, su un'interazione fittizia, ma questa illusione è data proprio dall'estrema coerenza dell'opera, che scivola sotto al nostro mouse in poche ore, adattandosi davvero alle nostre diagnosi ed ai nostri comportamenti.

Sarebbe bello vedere un lavoro del genere di più ampio respiro, ed in generale la speranza è che spuntino più opere indie italiane ispirate come questa. Intanto dategli una chance: non vi deluderà. Davvero.

Uno dei videogiochi più belli di tutti i tempi. No, non sto esagerando: The Binding of Isaac ha creato una narrativa tutta sua (attraverso gli oggetti ed il gameplay stesso), ed è riuscito a raccontarci una storia, creando allo stesso tempo una community interessata a sviscerarlo ed ad analizzarlo, anche a distanza di anni.

The Evil Within 2 espande il concept del suo predecessore, con un gameplay più fluido (indubbiamente inflenzato da The Last of Us) e con una narrazione decisamente più matura e priva dei picchi bassi raggiunti in passato. Giocato a difficoltà Incubo si rivela un survival horror tosto ma mai incredibilmente ingiusto: le risorse sono scarse e bisogna pianificare ogni scontro (o fuga), e ciò contribuisce notevolmente nell'immersione nel mondo di gioco. Promosso anche l'impianto semi-open-world, che fornisce spunti interessanti senza annoiare. Ci sono tuttavia ancora delle cose da limare, come espressioni facciali, qualche animazione e l'ottimizzazione (almeno per la versione PC), ma l'esperienza nel complesso coinvolge ed intriga, ma soprattutto è divertente da giocare. Assolutamente consigliato, ma non fate l'errore di giocarlo senza essere passati prima per il prequel ed i relativi DLC.
VOTO: 8

Interessante ed originale, anche se il gameplay è grezzo, la durata infima e rischia di annoiare a lungo andare.

Must, come The Assignment, di cui completa la storia.

Un ottimo DLC, che si concentra principalmente su approfondimenti della trama e meccaniche stealth. Intelligente ed avvincente.

Se dovessi descrivere The Evil Within con una sola parola sceglierei "allucinato". Se si ha la forza d'animo di superare un prologo ai limiti del trash e del non-senso, si scoprirà un videogioco che strizza l'occhio al passato (numerose sono le citazioni a Silent Hill, Resident Evil 4/5 ed a cult horror come The Shining), seppur cercando continuamente di innovare. Ce la fa? Non interamente.
I punti di forza sono le ambientazioni, il design della maggior parte dei nemici ed in generale l'atmosfera. È presente anche una buona varietà nel gameplay, anche se in alcuni aspetti (come ad esempio lo stealth) è davvero grezzo. Lasciano qualche dubbio invece i comandi (comunque funzionali, ma macchinosi) e la qualità della narrazione, che raggiunge picchi sia di qualità che di trash.
Detto questo, nella mia umile opinione l'esperienza vale il prezzo del biglietto.

Ottimizzato malissimo (anche se graficamente è caruccio), gameplay inesistente, bug sugli oggetti che bisognerebbe trovare per completarlo, jumpscare banali da indie da quattro soldi.