Per altre recensioni segui 👍 il nostro Curatore in lingua inglese e il Curatore in lingua italiana.

Un gioco che non si può far altro che amare.
L'opera si prefigge di mostrare gli effetti della Prima Guerra Mondiale in modo realistico, facendo a meno del taglio registico hollywoodiano che spesso vediamo in tanti film e giochi, in cui i protagonisti sono sempre dei supereroi.
I nostri protagonisti, infatti, sono persone comuni e totalmente in contrapposizione tra loro: se da un lato abbiamo il giovane e ingenuo Harry, canadese, che si arruola come fotografo di guerra per far colpo sulla ragazza che ama, dall'altra parte abbiamo il più maturo Kurt, ingegnere e padre di famiglia, che si arruola per cercare il figlio appartenente ad un battaglione disperso.
I due protagonisti, seppur così diversi, sono legati dal profondo senso di umanità che prevale sui colori della bandiera e che li porta a diventare amici.
Ad accompagnarli in questa avventura una gatta e un uccellino, metafora dei due uomini, che li aiuteranno ad avvicinarsi e a salvarsi la vita a vicenda nel corso della guerra.

A livello tecnico è una perla indie.
La grafica è particolare, con un meraviglioso effetto sfumato tipico della pittura impressionista, che non indebolisce le espressioni dei volti, ma anzi riesce addirittura ad esaltarli (penso allo stupore/orrore sul viso di Harry quando nel primo capitolo, voltando le spalle a Barret, sente il suono dello sparo). I paesaggi sono meravigliosi, con colori accesi e spesso sui toni del giallo in contesti bucolici, con colori scuri e tetri quando ci mostra i peggiori teatri di guerra. Le animazioni mi hanno molto colpita in quanto abbastanza fluide per il genere.
I suoni sono molto precisi e la musica è sempre perfetta: infonde tranquillità in alcune sezioni, incalza con toni più alti in altre, esprime tristezza e drammaticità in altre ancora.

In guerra non ci sono vincitori, ma solo vinti.
Mentre nei libri di storia leggiamo a proposito delle grandi battaglie, di grandi condottieri e di medaglie al valore, in questo gioco si vuole parlare dell'altra faccia della medaglia: quella del popolo, dei più deboli, ma anche di quelli forti che vengono spezzati dalle barbarie proprie di un conflitto bellico.
Ciò che mi ha sorpresa in questo gioco è la sua capacità di dire tanto, non solo attraverso i pensieri dei nostri protagonisti, ma anche attraverso le parole o le immagini di personaggi secondari e non: la fame che attanaglia tutti, il senso di incertezza per il futuro, la paura, i traumi, l'orrore, la morte.
Nel corso degli eventi mi ha colpito tantissimo anche la storia di Kurt: quando pensiamo alla guerra, noi che non l'abbiamo vissuta sulla nostra pelle, vediamo i soldati come delle pedine su una grossa scacchiera; la realtà mostrata attraverso Kurt, la sofferenza e le paure di un padre che non sa' cosa sia successo al proprio figlio, colpisce come un pugno allo stomaco e ci ricorda che i soldati sono anche figli, fratelli e padri e che ogni vita è preziosa.
Nel momento in cui scrivo questa recensione ho completato il gioco con il finale "Pace" e mi ha piacevolmente impressionata il realismo delle conseguenze: il riuscire a salvare tutti i protagonisti della storia non ha infatti significato "e vissero tutti felici e contenti"; al contrario, uno di loro perde tutto divenendo di fatto un reietto, proprio come conseguenza dell'aver preservato la sua umanità in tempo di guerra e salvato la vita a un suo nemico.


Questo gioco è un'esperienza che consiglio a tutti, non solo perché bello dal punto di vista videoludico (è un'avventura interattiva in cui effettivamente ci sono interazioni), ma soprattutto perché è una di quelle opere che ti lasciano qualcosa dentro, un bagaglio di conoscenza (grazie anche ai collezionabili, che non servono solo per ottenere achievements, ma forniscono anche dei documenti reali da leggere), molte emozioni e la speranza che l'uomo possa sempre ergersi contro la distruzione del prossimo.


*War Child: ho molto apprezzato i filmati di intermezzo di War Child, che ci ricordano che la guerra non è un qualcosa relegato ad un passato lontano, ma affligge tanti Paesi e miete vittime ancora oggi.


*Menzione Speciale: un pensiero speciale alla gatta, che mi ha fatto vivere con i sensi di colpa per averla fatta spaventare e cadere nel pozzo.

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