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14 people found this review helpful
91.3 hrs on record (69.4 hrs at review time)
La variabilità di pianeti e fauna è finalmente decente, come anche la quantità di cose da fare.
Ora è anche possibile davvero scegliere "come" giocare, esplorare e basta, seguire le coordinate dell'Atlante, seguire le missioni principali, minare, costruire, automatizzare... Siamo effettivamente all'origine di No Man's Sky. Ciò che era stato promesso fin nel primissimo trailer è finalmente attuato in game.
Posted 13 October, 2020. Last edited 26 November, 2020.
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18.1 hrs on record (7.8 hrs at review time)
The Old Blood è un prequel/sequel di The New Order, qui aggiungerò solo qualche parere relativo a questo capitolo perchè il “grosso” delle caratteristiche (come gameplay, grafica, sonoro) sono condivise con il capitolo precedente di cui ho già scritto una recensione tempo fa.

RITORNO AL PASSATO – DAVVERO QUESTA VOLTA
Il titolo ci riporta alla Germania nazista che in una linea storica alternativa ha battuto le forze alleate, siamo nel 1946 e i nazisti stanno cercando perduti tesori imbevuti di potere occulto da usare per la loro causa, in particolare ai piedi di Wulfburg e del suo immenso castello si cerca “l’arma segreta” di Re Ottone.
Torna il mitico William B.J. Blazkowicz con l’intento di fa capire ai nazisti che non l’avranno mai vinta, naturalmente a suon di proiettili nelle gengive!

In verità The Old Blood non è un vero seguito di The New Order, ma bensì un prequel, la missione di Blazkowicz infatti è principalmente quella di recuperare il dossier sulla posizione del laboratorio di Deathshead, odioso scienziato nazista che nel sequel permetterà l’ascesa della germania a livelli tecnologici incredibili fino ad anticipare lo sbarco sulla luna di quasi un decennio nonchè principale antagonista in The New Order appunto.

COPYCAT?
Anche se più breve di The New Order, circa 7 ore, questo capitolo ha tutte le caratteristiche del precedente uniformandosi ad esso, quindi valgono le stesse motivazioni per giocarlo e goderselo, ma allora cosa ha in più?
Innanzitutto delle svolte di trama e gameplay molto piacevoli ed in secondo luogo delle ambientazioni che ricordano molto un altro storico capitolo della serie ovvero Return to Castle Wolfenstein: da avere!
Posted 23 November, 2016.
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19.1 hrs on record (15.2 hrs at review time)
Sul lato tecnico Alan Wake coglie l’essenza del rapporto stretto grafica/gameplay con un’ambientazione ben dettaglita e dominata da fantastici effetti di luce e di ombra che sanno rendere egregiamente l’atmosfera oscura di alcuni luoghi, comunicando precarietà ed insicurezza, spingendoci sempre più ansiogenamente a cercare la “luce”, carpendone l’essenza di luogo sicuro, quasi materno, mentre ci farà fuggire a gambe levate dall’oscurità più tetra, luogo da incubo per eccellenza. Bright Falls ci apparirà in tutto il suo splendore nelle aree illuminate e nelle parti di gioco che si svolgono di giorno (ben poche), montagne svettanti e fiorenti boschi annessi; di notte diventerà invece un luogo oscuro pieno di insidie e dubbi in grado di offuscare la mente del nostro povero protagonista, egli dovrà attraversare sentieri boschivi e luoghi abbandonati avvolti nel torpore della notte dal quale sotto forma di esseri umani “posseduti” il buio cercherà di depistarlo durante il suo viaggio di salvezza.
Il gameplay è tipico di uno sparatutto in terza persona con in più un espediente, legato a doppio filo con la natura stessa dei nemici che incontremo, ovvero l’uso della luce come vera e propria arma in grado di indebolire o in alcuni casi (rari) uccidere direttamente i nemici, il tutto sotto forma di una semplice torcia, la quale premendo un tasto potrà essere “intensificata” potenziandone il fascio luminoso su un nemico e quindi accelerando la dissoluzione del suo scudo oscuro; quest’ultimo protegge i posseduti dalle armi convenzionali, ma se dissolto li rende vulnerabili a queste consentendo ad Alan di impiegare differenti bocche da fuoco per abbattere i nemici che lo circondano, tutte risultano plausibili ed in accordo con l’ambientazione senza suonare discordanti o esagerate, le scorte dei proiettili (in modalità normale) risultano sufficienti a superare le parti più ostiche solo se ben impiegate. Il binomio luce/arma con la relativa onnipresente necessità di indebolire il nemico prima di poterlo uccidere rende ancora meglio l’atmosfera ansiosa di alcuni combattimenti ricordandoci che lottiamo soli, quasi impazziti, contro un’entità misteriosa e molto potente che se volesse potrebbe soprenderci in ogni momento.
I personaggi e la storia non hanno veramente nulla da invidiare ad una serie tv, magari ispirata dai racconti horror-psicologici di Stephen King o alle vicende della storica Twin Peaks. Il doppiaggio, tutto in italiano, e la recitazione sono eccezionali facendo trapelare la doppia natura dell’opera e facendo immergere il videogamer/spettatore nelle ambientazioni tetre di Brigth Falls in balia delle macchinazioni del Buio. Un videogioco da avere nella propria collezione, da assaporare e giocare apprezzandone ogni citazione e risvolto di trama.
Posted 29 December, 2013.
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