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Così bello che lo studio ha chiuso
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Alone in the Dark del 2024 è il reboot di una serie che non avrebbe bisogno di presentazioni, se negli anni non fosse caduta in disgrazia.

In questa versione moderna, Carnby è interpretato dall’attore David Harbour, che potreste aver visto in Stranger Things, Black Widow e in Hellboy del 2019, anche se in quest’ultimo caso spererei di no. Mentre Emily è impersonata da Jodie Comer, di cui non avevo mai sentito parlare, e la cosa rimarrà così.

La sequenza iniziale propone una rilettura piuttosto fedele e ben realizzata dell’originale introduzione del gioco del ‘92, con un viaggio in auto attraverso la fitta vegetazione di cipressi del Bayou, ma con la differenza che i due protagonisti viaggiano assieme e che stavolta ad attraversare la strada non è un rospo, ma un caimano, che visto l'ingombro guadagna il diritto di precedenza.

A bordo dell’auto, il dialogo tra i protagonisti è asciutto e puntuale e come nel caso dell’introduzione al gioco originale, accompagna lo spettatore nel mondo di gioco e lo mette al corrente solo dei fatti indispensabili per avviare l’indagine e suggerire un alone di mistero. La musica è un jazz azzeccatissimo, la colorazione giallognola dell’immagine riprende il look del gioco originale e la recitazione è eccellente, non a caso si parla di due attori.

È appena l’inizio del gioco, ma le già alte aspettative… verranno presto disattese.

Sia i modelli di Emily che Carnby, sono ottimi, ma i loro volti così dettagliati e verosimili non fanno altro che mettere in evidenza quanto siano scadenti quelli di tutti gli altri personaggi che in mancanza di accurate scansioni facciali di persone vere e proprie, si devono accontentare di sguardi vacui, occhi vitrei e in generale fattezze da manichino.

Oltretutto, come sembra essere inevitabile oggigiorno, nel copione è stata inoculata una dose nociva di umorismo Marvel, così che Carnby diventa il giullare della situazione, un buffone costantemente sfottuto da Emily.

Fa piacere sentire la recitazione di due veri attori, ma sono dell’idea che piuttosto che sperperare l’intero budget su due stelline di Hollywood, sarebbe stato meglio distribuire le risorse in modo più attento, per dare almeno una parvenza di umanità all’intero cast, perché così come sono, il vero orrore lovecraftiano sono i modelli di certi personaggi.

Le scelte operate nella produzione di questo gioco mi lasciano perplesso, perché quando ad esempio il protagonista si avvicina ad una ringhiera lo vediamo posare una mano in un'interazione contestuale automatica, ma quando invece è il momento di riporre il ♥♥♥♥♥♥, l’arma svanisce nel nulla.

Il gunplay è decente, ma gli effetti dei colpi di pistola sui nemici sono fiacchi, mentre la doppietta e il mitra tommy gun sono più riusciti.

Nessuna delle armi da mischia, come mazze, asce e attrezzi da giardino vari, trasmettono il giusto feeling. Il colpo entra in contatto con il nemico, ma poi lo attraversa senza effetti apprezzabili e come se non bastasse, questo genere di armi hanno la consistenza del burro ad Agosto, così che si disintegrano nelle vostre mani dopo una manciata di utilizzi.

Ma il peggio del peggio sono gli oggetti lanciabili sparpagliati per il mondo di gioco, infatti non riesco a capacitarmi di chi possa essersene uscito con un sistema del genere. Vi avvicinate ad un sasso, una bottiglia o un mattone convenientemente poggiato lì per essere lanciato addosso a un nemico, ma per poter mirare è necessario tener premuto il pulsante azione, perché l’oggetto viene lanciato nel momento esatto in cui rilasciate il pulsante.

E si potrebbe anche chiudere un occhio sull’idiozia di questa meccanica se gli oggetti lanciabili fossero anche solo minimamente efficaci.

I nemici hanno occasionalmente comportamenti anomali, come ad esempio un acaro diventato immortale, o ancora peggio un acaro immortale invisibile, o d’altra parte nemici volanti per nulla pericolosi, ma al massimo fastidiosi come zanzare, che si piantano alle pareti come freccette, ripresi dall’immancabile telecamera compenetrata nella scenografia.

I combattimenti di questo Alone in the Dark, degenerano spesso in stupidi girotondi mentre si è impegnati a respingere una manciata di nemici con armi anemiche, e gli scontri con i boss sono anche peggio. Si va dalla ridicola partita a nascondino contro l’uomo nero, accompagnata da una musica non proprio adatta all’azione furtiva, per passare al solito girotondo idiota con contorno di mazzate, fino ad arrivare alla rissa da bar tra ubriachi.

E questo non include l’esasperante boss finale, che è una collezione dei migliori insuccessi di game design di questo gioco.

In generale l’ambientazione e l’atmosfera sono buone, anche grazie agli effetti volumetrici, costosi in termini di risorse, ma ben riusciti, anche se osservando un po’più da vicino si può notare che sono stati smussati diversi angoli, come il fumo di un motore fatto di immagini PNG statiche in due dimensioni, come certi oggetti della scenografia che fluttuano a pochi centimetri da terra, o come la mancanza di riflessi in tempo reale, che si potrebbe essere portati a credere che fossero stati inclusi visto con quanta fatica gira questo gioco, mentre la scelta stilistica d’illuminare una certa parte del gioco con luce naturale molto forte non fa altro che mettere in evidenza tutti i difetti dei modelli dei personaggi, perché è ovvio che l'intero gioco è stato pensato per la penombra.

Ma la presa in giro definitiva, arriva nel momento in cui questo nuovo Alone in the Dark rende omaggio all’originale, cioè quando ad certo punto l’inquadratura passa dalla terza persona dinamica a spalla, alla classica telecamera fissa, e tutto quanto di botto migliora.

D’un tratto i modelli di qualità discutibile non sono più un problema, perché sono troppo piccoli per farvi sanguinare i bulbi oculari, l’illuminazione è perfetta, perché deliberata, e addirittura la motion capture sembra dare nuova vita alle animazioni che diventano più espressive e teatrali, così che anche la recitazione degli attori ne trae beneficio, per non parlare del motore grafico che finalmente può tirare un sospiro di sollievo e smettere di affannarsi per mantenere una frequenza dei fotogrammi stabile.

Chiamatemi boomer, ma avrei preferito che l’intero gioco fosse stato fatto così, a telecamera fissa.

Mentre la decisione più idiota – e in questo caso incolpo il marketing – è stata vendere a parte una manciata di filtri che trasformano l’intero reboot nell’originale del ‘92, con tanto di pixel giganti e modelli poligonali, che sarebbero state le perfette ricompense per aver terminato il gioco in qualche modo particolare, ad esempio sotto un certo tempo o che ne so, l’incentivo ideale alla rigiocabilità.

Il reboot di Alone in the Dark del 2024 è un progetto mal gestito e un gigantesco buco nell’acqua. La storia è rimescolata in modo caotico, la villa di Derceto non è un personaggio centrale con cui familiarizzare, anche per colpa delle continue dislocazioni spazio-tempo, il gameplay è più spigoloso dei modelli del ‘92, l’orrore è all’acqua di rose, la sopravvivenza è garantita, mentre l’attenzione sembra essere stata concentrata su aspetti marginali e le risorse allocate allo star power degli attori di Hollywood potevano benissimo essere reinvestite altrove.

Tora
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Un gioco senza futuro, a malapena presente
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Suicide Squad: Kill the Justice League non è la solita avventura open world a giocatore singolo in cui indossare i panni del cavaliere oscuro, ma piuttosto un game-as-a-service looter-shooter co-op online che ha per protagonisti una banda di cattivi di second’ordine, il cui scopo è eliminare Batman… e il resto della Justice League, come suggerisce il titolo.

In pratica una totale inversione di rotta in combinazione a decostruzione dei personaggi e alla cara vecchia sovversione delle aspettative.

Ma almeno, questo gioco avrà una storia da non perdere ASSOLUTAMENTE, giusto?! Sbagliato. Perché sono coinvolti i multiversi, così che nessuna conseguenza è definitiva. La morte di Joker? È solo un contrattempo. Nella prima stagione di Suicide Squad: Kill the Justice League, dovrete liberare un Joker dalla prigionia di Brainiac.

In qualche modo, Joker è tornato. Solo un po’... diverso.

Quando fa più comodo, le vicende raccontate in questo stesso gioco possono venire cancellata senza ripercussioni con l’espediente narrativo del multiverso, un cliché che priva la storia di qualsiasi pathos, ma che fa comodo per introdurre l’endgame che guardacaso si svolge principalmente nel multiverso.

Quindi, in perfetto stile looter-shooter, state pronti ad affrontare lo stesso nemico, ancora e ancora, nella speranza che cambi qualcosa.

Ma forse, è la QUALITÀ dei personaggi a fare la differenza. Sbagliato di nuovo. Vuoi anche per l’eccessiva comicità forzata, questi personaggi non si comportano da cattivi che sono. Collaborano tra loro, King Shark spende addirittura parole di elogio per la categoria dei giornalisti e piangono la morte di Wonder Woman, così che mentre ogni personaggio maschile è offeso e dileggiato, al contrario, le donne ricevono un trattamento da Regine.

E poi ovviamente c’è la devacchificazione di Harley Quinn, che rifiuta di indossare il vecchio costume, troppo corto e scollato per le fragili menti del pubblico moderno.

A questo punto l’avrete capito, questo non è il team Rocksteady famoso per la serie Arkham, infatti parte degli sviluppatori hanno lasciato lo studio da tempo, che non tornerà mai più alla sua vecchia gloria. Chi rimane, è in combutta con i famigerati scrittori di Sweet Baby Inc, uno studio di sviluppo narrativo specializzato in consulenza culturale, lettura di sensibilità e inclusività, che ha lavorato a Suicide Squad per conto di Rocksteady.

Graficamente, pur godendo di una maggiore fedeltà dei volti, sia nei modelli che nelle animazioni, la presentazione complessiva di Suicide Squad è inferiore a quella di Arkham Knight, molto più cupa e d’atmosfera.

I modelli dei tirapiedi di Brainiac sono estremamente generici, tanto che in gioco si chiamano letteralmente “carne da cannone”, e somigliano in modo sospetto ai nemici di Sunset Overdrive, soprattutto i grossi bruti super pompati, che sembrano essere una ri-colorazione degli Herker di Sunset Overdrive… uhmmm… e anche il platforming ricorda quello di Sunset Overdrive!... Che probabilmente è l’unica cosa salvabile di Suicide Squad, perché attraversare Metropolis adoperando i diversi gadget, unici per ogni personaggio, lascia un certo spazio alla creatività e richiede addirittura si potrebbe dire maestria.

Ma se ciondolare per la mappa di gioco è piuttosto divertente, i compiti che vi attendono a destinazione sono penosamente noiosi, come: distruggere infinite postazioni sui tetti, distruggere infinite fabbriche di tentacoli, distruggere infiniti droni per ottenere loot box di qualità sempre superiore, salvare infiniti ostaggi da consegnare al furgoncino del giocattolaio in pratiche pokéball, guidare infiniti blindati volanti in missioni scervellate che non richiedono patente né pollici opponibili, difendere infiniti terminali seguendo regole arbitrarie che vengono bellamente ignorate dai compagni comandati dalla IA, come quando ad esempio i nemici possono essere danneggiati solo da colpi critici, ma la deficienza artificiale della squadra se ne sbatte altamente, per chiudere in bellezza con i fortunatamente limitati percorsi dell'Enigmista, che si diletta a torturarvi facendovi volare attraverso una serie di cerchi, come nel notoriamente pessimo Superman 64.

Mentre raggiunto l'end game, vi tufferete nelle fenditure del multiverso, per affrontare missioni di difficoltà via via crescente e personalizzabile, così che quando i server funzionano è un'ottima occasione per giocare online con decine di altri giocatori, anche se manca la cruciale funzionalità di drop-in e non è possibile unirsi a partite in corso.

Ma quello che veramente mi fa dare di matto, è l’accozzaglia di meccaniche di cui è imbottito questo gioco, che prese singolarmente sono già di per sé fastidiose, ma combinate diventano insopportabili.

Per cominciare, ogni personaggio dispone di un attacco corpo a corpo assegnato al click sinistro del mouse, mentre per usare qualsiasi arma a distanza è necessario prima mirare con il tasto destro e poi fare fuoco con il click sinistro. In pratica, non è possibile sparare senza entrare in modalità mirino, niente hip-fire, un’idea che non ha molto senso quando buona parte dei combattimenti si svolgono a distanza ravvicinata e si farebbe volentieri a meno di entrare in modalità mirino.

Un’altra perla di meccanica sono gli scudi. Praticamente ogni nemico è dotato di uno scudo che prima di poter essere danneggiato, deve essere rimosso con attacchi in mischia. Gli scudi vanno MIETUTI... fa vomitare anche il termine.

Alla mietitura degli scudi, combinate regole arbitrarie implementate di missione in missione, come ancora quando ad esempio è possibile danneggiare i nemici solo con colpi critici e si preannuncia un brutto quarto d'ora.

I problemi tecnici non mancano, aspettatevi di perdere la connessione al server, anche giocando da soli e aspettatevi che nessuno vi rianimi, anche giocando da soli. Occasionalmente i nemici possono comparire fuori dai limiti dell’area di missione, rendendone impossibile il completamento, e mi è addirittura capitato che ogni nemico ed NPC sparisse dall’intera mappa, lasciandomi a vagare per un mondo di gioco silenzioso e inquietante.

La storia potrebbe benissimo non esistere, il gameplay richiede di rimbalzare da un tetto all’altro come palline impazzite, l’endgame è una noia mortale e la prima stagione di questo game-as-a-service è la solita minestra riscaldata.

Questo gioco non ha un futuro.

Tora
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WikiTora 22 พ.ค. 2024 @ 2: 44am 
Grazie, Vudux. Piacere di conoscerti!
Vudux™ 22 พ.ค. 2024 @ 1: 25am 
fighissimi i tuoi video su youtube :)
WikiTora 16 ก.ค. 2021 @ 9: 28am 
Grazie a te Leon! Tornerò presto su YouTube, nel frattempo divertiti con le teleferiche ;D
⛧Melone⛧ 15 ก.ค. 2021 @ 11: 33am 
Grazie per le strutture di Death Stranding XD (ti seguo anche su YT)
WikiTora 13 ส.ค. 2019 @ 8: 34pm 
Grazie Rick! Seguendo The Division 2, ho rallentato un po'con le recensione, ma tornerò ;)
Rick 11 ส.ค. 2019 @ 1: 26am 
Ottimo lavoro e recensioni molto gradevoli , i tuoi video su youtube si presentano con un ottimo taglio professionale , ancora complimenti .