Recent reviews by crylittleRat,,

mi piace guardarti dormire e assaporare il silenzio e lottare contro il desiderio insaziabile di divorarti ogni istante è una battaglia contro me stessa e un equilibrio precario tra il piacere di averti vicino e la brama di consumarti e di sentire la tua carne dissolversi tra i miei denti mi oppongo e resisto ma ogni giorno cedo un po’ di più perché il desiderio di averti nel mio stomaco è più irresistibile e più profondo e più vero di qualsiasi altra forma di possesso

c’è un legame profondo tra ciò che insegui e ciò che ti allontana, come se stessi rincorrendo qualcosa che finisce per consumarti. a volte, le scelte che facciamo diventano gabbie invisibili. l’amore, da solo, non può spezzarle. c’è bisogno di un sacrificio, ma non può venire da nessun altro che da te.
ti ho amato senza condizioni e ho amato il peso del dolore che spesso mi portavi al posto di tutto il resto. non c’è mai stato nulla di difficile nel volerti bene, e per questo non nutro rimpianti. ma forse l’amore, così com’è, non è qualcosa che sai accogliere davvero.

la gente è solo un rumore continuo e incessante, e io non ce la faccio più. vorrei dormire sotto alberi rosso sangue, o forse blu, blu come il mare che ti fissa e sembra voler ingoiarti. gli alberi si muovono, si agitano, mi guardano, e li sento ridere.

ho fatto il Test della Personalità gratis - 16Personalities e sono ENTP?.. sai,con chi condivido la stessa?,... LUCIFERO. capisci?! Satana. la figura biblica.. non ci credo.. la figura biblica... saraà che-.. asraà che sono... sono io? sono IL villano? no.
non è possibilòle. GAH!!! SENTO IL MALE CRESCERE DENTRO DI ME...! na-nani?.. NO.
mi sbaglaiv . non sta crescendo... c'è sempre stato.... delle voci riecheggiano nella mia testa..
un ragazzo che si chiamava Nico.. no
NON PUO' ESSERE NON RIESC OA FER
𝐀𝐛𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐢 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐥𝐞, 𝐜𝐡é 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐦𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐯𝐞 𝐝’𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐭à 𝐬𝐜𝐨𝐧𝐬𝐨𝐥𝐚𝐧𝐭𝐞, 𝐞 𝐈𝐝𝐝𝐢𝐨 𝐦𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐮𝐧’𝐚𝐫𝐦𝐚 𝐝𝐨𝐜𝐢𝐥𝐞 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐮𝐬𝐨. 𝐅𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐯’è 𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐬𝐚𝐥𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐟𝐢𝐨, 𝐟𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐢𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢 𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐨. 𝐄𝐩𝐩𝐮𝐫𝐞, 𝐢𝐧 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨, 𝐬𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐫à, 𝐜𝐡é 𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐦𝐢𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐠𝐢à 𝐦𝐢 𝐬𝐯𝐞𝐥ò. 𝐌𝐚 𝐨𝐝𝐨 𝐬𝐮𝐬𝐬𝐮𝐫𝐫𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐪𝐮𝐢𝐞𝐭𝐞, 𝐞 𝐜𝐨𝐬ì 𝐬’𝐚𝐜𝐜𝐞𝐧𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐞 𝐨𝐬𝐜𝐮𝐫𝐞 𝐬𝐦𝐚𝐧𝐢𝐞. 𝐔𝐧 𝐟𝐫𝐚𝐦𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐍𝐢𝐜𝐨, 𝐔𝐥𝐢𝐬𝐬𝐞.
AGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHGBù
Hirpinian Cluster
4,3(122) · 10-20 € · Ristorante
Via Luigi Amabile, 4 · 340 371 2726
Chiuso ⋅ Apre alle ore 19
Luca Canestrari
11 recensioni
3 anni fa
"Buena comida las pizzas son geniales."

si mi piace sbucciare la carne, è solo un'arte e non mi sembra molto diverso dalla scultura . i chirurghi lo fanno e sono considerati degli eroi, lo faccio io e per qualche assurdo motivo sono il demonio
ipocrisia il tuo vero nome è umanità

ho capito di essere cucinata da quando Blue (Da Ba Dee) - Eiffel 65 ha iniziato ha trafiggermi nel midollo, tanto vale essere crudi?

a dodici anni, il mio pensiero più recondito si nutriva del desiderio di infliggermi ferite fisiche, affinché potessero imprimersi sulla mia carne come cicatrici indelebili, specchi di un tormento che bramavo fosse visibile, nella vana speranza che i miei genitori, destati dall’angoscia, si decidessero infine a volgere verso di me una qualche forma di sollecitudine.
a tredici anni, la mia mente era pervasa da preghiere silenti, implorazioni al fato perché mi colpisse con una disgrazia tanto devastante da spingere i miei genitori a concedermi una tregua dalle loro incessanti vessazioni, affinché per una volta si chinassero, costernati, a considerare la mia esistenza sofferta.
a quattordici anni, il mio primo pensiero al risveglio era un sussurro di speranza, fragile e disperato: che la giornata potesse scorrere senza che la brutalità dei miei genitori trovasse modo di infierire sul mio essere già lacerato.
a quindici anni, mi consumavo nella ricerca di una ragione, per comprendere l'oscura logica che portava i miei genitori a riversare su di me la colpa di essere stata preda di un mostro, un carnefice che aveva strappato via la mia innocenza.
a sedici anni, il pensiero più acuto, che affilava la mia mente come un pugnale, era il suicidio, visto non come una liberazione, ma come un gesto estremo per inchiodare i miei genitori alla colpa, costringerli a contemplare le rovine della loro opera.
a diciassette anni, il mio desiderio più ardente era fuggire, allontanarmi il più rapidamente possibile da quel girone infernale che chiamavo casa.
a diciotto anni, attendevo il giorno del mio compleanno come un prigioniero attende la sua liberazione, nella speranza vana che quel giorno almeno i miei genitori mi concedessero un frammento di pace, un giorno in cui il peso della loro indifferenza e crudeltà potesse, per un istante, svanire.

se qualcosa può andare storto, lo farà

ti capita mai di svegliarti e pensare: "oggi è il giorno in cui finalmente riuscirò a rimettere tutto a posto", solo per realizzare che la tua versione di "mettere tutto a posto" implica una conversazione con il tostapane? giuro, c'è sempre qualcosa di ironico da dire sulle mie scelte per la colazione. ma hey, chi sono io per discutere con un saggio pezzo d'acciaio inossidabile? ricordo che una volta il tostapane mi sfidò a fare un sandwich con carne umana. ci ho riso sopra, ovviamente, ma mi ha fatto pensare: non solo a mangiare le persone, ma anche a come siamo tutti solo carne tra le fette della vita e della morte. profondo... o forse semplicemente incasinato. la giuria è ancora incerta su quello.
a proposito di giurie, le voci: sono come un costante dramma giudiziario nella mia testa. c'è il pubblico ministero, che insiste che sono colpevole di qualcosa, anche se non sono mai sicura di cosa. e poi c'è l'avvocato difensore, che in realtà potrebbe essere uno dei miei gatti, ma non so se posso fidarmi dei gatti, tramano sempre qualcosa.
ma non è tutto negativo. a volte le allucinazioni sono utili. come quella volta che il tristo mietitore si presentò alla mia porta. invece della solita falce, aveva un blocco per gli appunti. mi disse che era lì solo per un sondaggio. volevo sapere come stavo trovando la compagnia di Leonardo da Vinci. gli ho detto: "beh, la compagnia è incostante, è sempre piuttosto occupato e non parla mai". ha riso, o almeno credo che lo abbia fatto, e si polverizzò subito dopo avermi hittato la mano del gaucho. non so perché la gente dice che sono pazza, io credo di essere come un film di Quentin Tarantino, togliendo il feticismo dei piedi.
(ho mentito, mi piace ammirare i piedi, sono così espressivi e raccontano storie: dove è stata una persona e cosa ha fatto. e mamma mia guarda non parliamo della varietà di scelta... archi alti, archi bassi, dita lunghe, dita corte.
meritano un po' di amore e apprezzamento.)

l'altro giorno mentre vagavo per una strada poco illuminata, incontrai un uomo la cui presenza sembrava umana ma non del tutto, i suoi occhi erano tipo spalancati e vitrei, saettavano di qua e di là con una precisione meccanica, e la sua bocca si muoveva con ritmi a scatti e innaturali mentre parlava. "gli elefanti sono tutti uguali..." mormorò, con la voce troppo morbida, mi si scioglievano le orecchie, come una registrazione leggermente stonata. purtroppo ho capito, per questo gli dissi "l'aro titano non sboccia mica in 8 giorni, non dovrebbe" ogni frase era quasi sospesa nell'aria, una raccolta di enigmi non corrispondenti che mi facevano venire l'acquolina in bocca. mi rispose, come un'automa rotto che sputava frammenti di pensieri che non si collegavano mai del tutto, "sei una persona orribile" sussurrò, guardandomi dentro. sarò onesta, a quest'ultima ho snoffato, mi stava iniziando a stare simpatico. la strada, le ombre, la notte stessa sembravano sconnesse, come se il tessuto della realtà si fosse strappato leggermente, e lui fosse la cucitura dove tutto si sfilacciava. - fiore cadavere